L'utilizzo

 

 

   
 

Tombino dell'acquedotto di acqua marina localizzato in via xx Settembre

 

 

 

L’acquedotto marino, era soprattutto impiegato per il servizio delle bagnature stradali e per il lavaggio delle arterie principali della città. L’acqua salata forniva una migliore manutenzione delle strade grazie all’effetto di cementazione sulle pavimentazioni a macadam (evitando che sollevassero polvere), per il lavaggio delle strade lastricate (con rimozione degli escrementi dei cavalli), con grande vantaggio per l’igiene, inoltre, la minore evaporazione dell’acqua salsa rispetto a quella dolce avrebbe permesso di ridurre a due i tre lavaggi stradali giornalieri che venivano effettuati con acqua dolce.
Altri usi non meno importanti, erano quelli per l’estinzione degli incendi, per il lavaggio della rete di fognatura, la quale essendo a sistema unitario (gli stessi condotti servivano per lo smaltimento del liquame e delle acque piovane) in periodi di siccità, manteneva stagnanti le acque luride, per i diversi lavaggi di edifici Pubblici come mercati, ospedali, ammazzatoi ecc, per gli spandenti a getto continuo di orinatoi pubblici (il cloro e lo iodio disciolti nell’acqua marina, gli conferiscono un lieve potere disinfettante) e per zampilli di fontane ad uso decorazione. Col passare degli anni le potenzialità dell’acquedotto marino crebbero e nacquero nuovi modi per il suo sfruttamento, nel 1928 la costituente Società Anonima Terme Genovesi firmò una convenzione con il Comune di Genova per allacciarsi all’acquedotto marino e poter così attivare un servizio di speciali bagni marini ad uso terapeutico situati nello stabilimento di piazza Verdi. Nel 1930 la richiesta per l’utilizzo di acqua marina venne inoltrata dal reparto di terapia fisica dell’ospedale San Martino per scopi terapeutici.
Nel 1945, l’acqua dell’acquedotto marino fu concessa in via eccezionale e gratuitamente alla Caritas di Genova per la cottura della pasta e il confezionamento della minestra per i poveri. All’archivio storico del Comune di Genova è conservata una lettera di ringraziamento per tale concessione datata 17 maggio 1945 dell’allora direttore Sac. Giovanni Cicoli al Sindaco.
Un apposito
tram munito di cisterna contenente l’acqua dell’acquedotto marino, girava per la città gettando acqua ad alta pressione per il lavaggio delle strade e, durante la guerra, distribuendo acqua salata ai cittadini, che veniva utilizzata per il confezionamento dei pasti oppure fatta evaporare per ricavarne un po’ di sale. Infine nel 1966 con il rinnovo e la riapertura dell’albergo diurno in piazza De Ferrari, fu previsto anche l’allacciamento con l’acquedotto marino per alimentare le vasche con acqua salata che sarebbe stata fornita calda per usi terapeutici.

 

 

 

  Resti di un idrante dell'acquedotto
in via Pisa

 

 

 

 

 

 

 

 

Tombino
dell'acquedotto
marino in via
 Francesco Pozzo

 

 

 

Utilizzo dell’acquedotto marino:

Innaffiamento e pulizia delle strade, mediante l’uso di manichette allacciate agli idranti stradali (foto), oppure tramite carri-botte trainati da cavalli (foto).
Sgombero dalla neve (foto).
Probabile utilizzo per lo sgombero della neve dai binari della stazione di Brignole (foto)
Pulizia delle fognature.
Servizio antincendio.
Lavaggio dei mercati, raggiunti dalla rete (foto).
Alimentazione continua degli orinatoi (foto) e fontane (foto).
Bagni terapeutici, sia pubblici sia privati. Gli stabilimenti allacciati all’acquedotto marino erano: il padiglione “Sommariva” dell’ospedale San Martino, lo stabilimento “Terme Genovesi” in piazza Verdi, i bagni marini invernali nel diurno di piazza De Ferrari, e lo stabilimento bagni S. Nazzaro.
Fornitura di acqua salsa a università, l’alimentazione continua delle colture della scuola di biologia marina dell’università e l’alimentazione della vasca sperimentale della scuola d’ingegneria.
Produzione del sale, In tempo di guerra mediante evaporazione naturale dell'acqua marina.
Cottura e preparazione dei cibi, concessa in via eccezionale e gratuitamente nel 1945 alla Caritas di Genova.

Altri servizi di carattere temporaneo per eventi pubblici o privati.

 

 

  Bozzetto di Giovanni
Ardy che pubblicizzava
il diurno di piazza
De Ferrari

 

 

 

 

 

1930 - Manifesto
che illustrava l'attività
della Nettezza Urbana, con simpatici disegnini, 34 auto innaffiatrici, 4 tram innaffiatori, (566 carri e carriole), 450 idranti da innaffio, sviluppo della rete dell'acquedotto marino km 12.500, rimesse (Volpara e Fegino) 

 
         
 

L’abbandono

L’impianto rimase in funzione – gestito direttamente dall’Azienda della Nettezza Urbana – fino alla fine degli anni ’70 del secolo scorso, quando fu abbandonato.
I motivi che portarono alla sua dismissione furono vari e molteplici. Innanzi tutto gli anni trascorsi, e i danni subiti a seguito degli eventi bellici che ne compromisero  definitivamente alcune derivazioni, poi il tipo di traffico urbano che cambiò rapidamente, col passaggio dal traino animale a quello motorizzato,  quindi niente più sterco da lavare e soprattutto strade asfaltate anziché sterrate, inoltre la fragilità dei tubi di eternit (che si spezzavano anche per colpa delle spinte provenienti dai giunti) che ne rese troppo onerosa la manutenzione e infine il progressivo aumento della disponibilità di acqua dolce dovuto alla costruzione di nuovi grandi impianti quali l’invaso del Brugneto (primi anni ‘60) e l’invaso della Busalletta (anni ’70).
Venendo così a mancare le principali motivazioni per le quali fu costruito, l’acquedotto marino fu progressivamente abbandonato. Gli ultimi documenti che lo riguardano risalgono al 6 maggio 1970 e consistono in una relazione, redatta dal geometra del Comune Salvatore Marletta, dove emergono numerose rotture e interruzioni nell’impianto

 

 

 

 
 

Il tram che veniva utilizzato come innaffiatore stradale

 

 

 

 

 
 

 

 

 

     approfondimenti  1924 - Relazione finale dell'Igegnere Aldo Viale, direttore dei lavori dell'Acquedotto marino
 

 1928 - Convenzione tra il Comune e la Società Anonima Terme Genovesi

   1930 - Svantaggi del lavaggio delle strade con l’acqua marina
   1931 - Convenzione tra il Comune e gli Ospedali Civili di Genova
   1970 – Relazione del geometra del Comune incaricato di rilevare lo stato della rete dell’acquedotto marino  

 

 

Vedi anche - Il progetto     La presa      Il serbatoio     Le turbo-pompe     I tubi      Le fontane     L'utilizzo     Cronologia

 

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